martedì 22 gennaio 2013

C'era una volta in Anatolia

RegiaNuri Bilge Ceylan
Attori: Yilmaz Erdogan, Taner Birsel, Ahmet Mumtaz Taylan, Muhammet Uzuner, Firat Tanis
Genere: Drammatico

C'era una volta in Anatolia è un film ispirato ad una storia vera accaduta al co-sceneggiatore, che è anche medico. La storia inizia con il viaggio di tre automobili tra le steppe dell'Anatolia. In una di esse, c'è l'assassino, reo confesso, che sta conducendo il commissario, gli agenti di polizia, il procuratore e il medico, nel luogo in cui ha seppellito la sua vittima. Il viaggio si concluderà, alle prime luci del mattino, con il ritrovamento del corpo.


La catarsi on the road. C'era una volta in Anatolia è un poliziesco dai contorni drammatici. Ma, non si svolgono solo le indagini del caso, si indaga anche nel profondo dei protagonisti che affrontano un viaggio, che non è solo fisico, ma anche intimo. Prima di giungere alla catarsi, si percepisce un senso di forte smarrimento. 
Il film inizia nel cuore della notte, alla ricerca del corpo seppellito dal protagonista di cui, il regista non dà nessun elemento per conoscere il suo passato o del perché ha commesso questo omicidio. Tutto questo non fa che distrarre lo spettatore, anche quello più attento. Non si riesce a trovare un filo conduttore e così, si finisce per guardare le immagini che si susseguono, senza un reale interesse in quanto le scene sono troppo lunghe, poco illuminate e molto silenziose. Insomma, si rischia di cadere in stato catatonico, se non addirittura in uno dormiente (e in sala, in molti erano caduti in questo stato).


Film difficile senza colonna sonora. Nuri Bilge Ceylan ha scelto di girare 157 minuti, dove le inquadrature non aiutano lo spettatore a raggruppare un pò di informazioni sui protagonisti e le loro storie. Ci alcune inquadrature che fanno intendere qualcosa, ma in realtà, sono fine a se stesse, come la mela che rotola e cade in un piccolo torrente, o il volto mostruoso inciso in una roccia che vede il procuratore. 
La quasi assenza della musica dà al film un certo pathos, aiutato da una fotografia che immortala un paesaggio spoglio, quasi morto e i ritratti scattati ai personaggi. Il montaggio, di conseguenza, si adegua a questo ritmo pacato e quasi inerme. È basilare e senza troppe pretese.


Tre personaggi. La trama si sviluppa intorno a tre personaggi: il commissario Naci, il procuratore Nusret e il medico Cemal. Non a caso, il film è strutturato in tre parti e in tutte e tre si esplica il carattere esistenziale dei personaggi. Durante il viaggio, emergono le loro difficoltà, i loro drammi e i loro fallimenti. In modo particolare, c'è una storia che viene raccontata da Nusret a Cemal ed è presente in tutte le tre parti. È la storia di una donna che ha previsto la sua morte e così è stato. Si scopre, sin dalla seconda ripresa del racconto, che si tratta della moglie del procuratore che ha preso una dose letale di farmaci. "Dottore, una persona può decidere di suicidarsi per punirne un'altra? È possibile?" – "Le donne non perdonano così facilmente". Frase che diventa cruciale perché si ricollega ad un'altra donna, la moglie della vittima che, a parte la comparsa sul volto di due lacrime, rimane composta, quasi immobile.


Sprazzi di ironia. Il film presenta anche un lato ironico, seppur concentrato, ma sicuramente utile per smorzare il flusso quasi metafisico del film. Si pensi alla suoneria del commissario, Love Story. Where do I begin; o al problema di prostata del procuratore che deve spesso fermarsi. Un altro esempio è quando i poliziotti parlano dello yogurt o della carne di pecora o ancora quando il commissario afferma di somigliare all'attore Clark Gable. Tutti elementi necessari per allentare la tensione che lega i personaggi che credevano di tornare a casa nel giro di poche ore e che, invece, impiegano tutta una notte.

C'era una volta in Anatolia ha vinto a Cannes il Gran Premio della Giuria. Nonostante risulti impegnativo, consiglio la visione di questo film, anche se il pubblico non sempre è abituato a cammini cinematografici così complessi tali da apprezzarlo.



Voto: 3/5
Pubblicato su: Supergacinema

Nessun commento:

Posta un commento